Visualizzazioni totali

giovedì 31 marzo 2016

Colorare il mosaico: i sistemi locali del lavoro per gli ambiti territoriali del trasporto pubblico

L’Istat ha da poco pubblicato i nuovi Sistemi Locali del Lavoro (SLL), una partizione del territorio nazionale in 611 aree (link).
Gli SLL del 2015 sono definiti utilizzando i flussi degli spostamenti giornalieri casa/lavoro (pendolarismo) come rilevati dal Censimento 2011.
Il metodo di calcolo è armonizzato a livello europeo e pertanto permette confronti tra nazioni diverse.
L'ambizione di questo metodo è quella di fornire maggiore selettività alle politiche territoriali (link) (e risulta interessante anche per sfatare luoghi comuni o arzigogolazioni della politica politicienne (link)).
Ma la rilevanza ai fini della pianificazione dei servizi di trasporto pubblico è evidente, visto che i dati di partenza per tale partizione sono i flussi di traffico tra i diversi comuni.

Un primo confronto con altri paesi europei mette in luce l'elevato numero di SSL in Italia.
Per esempio, la Francia ha un numero di "Zones d'Emploi" (ZE), l'equivalente degli italiani SLL, pari a 304 (link). 
La diversa storia (maggiore centralizzazione in Francia) e diversa geografia ("Hexagon" vs "Stivale") sicuramente spiegano gran parte di questa differenza.
Ma potrebbe esserci anche una componente "trasportistica", dato che in Italia finanche le città medie soffrono di congestione per l'assenza di efficaci reti di trasporto pubblico.

Da queste riflessioni ne discende quanto segue:
- gli ambiti territoriali minimi per la pianificazione dei sistemi di trasporto pubblico dovrebbero essere le SLL.
- aggregazioni tra SLL contigui andrebbero ricercate per il superamento della frammentazione territoriale.

Per esempio, l'SLL centrato su Cosenza conta 261 mila abitanti, e ha flussi rilevanti con gli SLL di San Marco Argentano, Acri, Paola, Castrovillari (link).
Il totale degli abitanti di questi cinque SLL è di circa 412 mila abitanti.
Tale aggregazione comporterebbe dei problemi di rottura della continuità di un'eventuale altra aggregazione lato costa tirrenica (Paola, Belvedere Marittimo, Cetraro, Praia a Mare, Scalea) che conterebbe circa 106 mila abitanti.
Così come l'inclusione di Castrovillari pregiudicherebbe aggregazioni lato Alto Jonio.
Come meglio colorare il mosaico?

Un ulteriore ordine di considerazioni è possibile relativamente alle decisioni di infrastrutturare con trasporto pubblico su sede protetta (TPSP) un'area urbana.
Il trasporto pubblico (TP) in Italia è (male)-inteso come un servizio per categorie sociali a basso tasso di motorizzazione privata (e.g. anziani, studenti). In Europa, questo obiettivo di equità è ampliato grazie alle economie di scala rese possibili dal considerare il TP come un servizio universale, e che facilità l'accesso al mercato del lavoro.
La mia intuizione è che il diverso ruolo del TP tra Italia e resto d'Europa spiega in parte il grado di frammentazione degli SLL.
Pertanto, dato il ritardo italiano nel TPSP, risulta come estremamente conservativo riferirsi alle dimensioni attuali degli SLL per effettuare confronti sulle dotazioni infrastrutturali.
Un'espansione del TPSP dovrebbe risultare in un ampliamento degli SLL.
Ma anche con questo caveat, ritornando alla vexata quaestio della tranvia di Cosenza (post a questo link), il confronto con una ZE di pari dimensione, ad esempio Besançon, mette in luce che tali dimensioni giustificano una tranvia.
Besançon ha ben due linee di tram per 23 km su una infrastruttura di 14 km (link).
Nel video seguente l'inaugurazione di questo tram.