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sabato 5 maggio 2018

Le "magiche" app che aumentano gli ingorghi


Articolo di The Atlantic sugli ingorghi a New York causati dai servizi a chiamata via app.
Come volevasi dimostrare: questi servizi di mobilità a chiamata peggiorano, non migliorano, la congestione stradale — nonostante tutte le chiacchiere che ci siamo dovuti sorbire in questi anni da parte dei superficiali cantori delle magiche "app".
Eppure è semplice da capire. L'auto a chiamata risolve soltanto un problema del trasporto basato sull'automobile individuale, quello degli spazi di parcheggio. 
Ma crea un altro problema, quello dell'aumento della domanda stradale perché le auto a chiamata devono riposizionarsi tra un cliente e l'altro, cioè il volume delle distanze percorse aumenta.
Dato che questi servizi non migliorano il coefficiente di utilizzo dell'auto, solitamente è sempre pari ad uno il passeggero servito, il conducente non conta, in termini di riduzione della congestione questa soluzione non può fare miracoli. Queste app tanto magnificate non vanno confuse con le app di reale condivisione del tragitto tra pari, dove cioè il conducente avrebbe comunque effettuato lo spostamento. Ma questo non è il caso predominante di queste app, che sono, di fatto, un tentativo di instaurare un monopolio globale di quello che prima era solo un monopolio locale, quello dei tassisti.
Dato che quest'ultima categoria non è esattamente la più simpatica, queste app hanno potuto godere di una certa aura positiva — ma si tratta di un passaggio dalla padella alla brace.
Perché quando questa "aura" viene utilizzata per boicottare il trasporto pubblico si fa un danno ben maggiore.
Come volevasi dimostrare.

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