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venerdì 11 aprile 2014

Requiem per le Trivelle in Italia. O Della Fortuna di Chicco Testa

La notizia riportata da Science oggi è di quelle che possono segnare un punto di svolta. Nello specifico, bloccare le attività estrattive di idrocarburi in Italia. 

L'articolo anticipa le conclusioni di un comitato internazionale di geologi sul nesso tra attività estrattive di petrolio e il terremoto in Emilia-Romagna del 2012.  L'attività estrattiva "may have triggered", cioè "potrebbe aver innescato".  E' una dichiarazione che indica una possibilità, non una certezza. Ma legittima, in un paese ad alto rischio sismico, a bassissima preparazione anti-sismica, e ad alta densità abitativa, misure basate sul principio di precauzione. Si accettano scommesse sull'esito degli iter autorizzativi per le nuove trivelle auspicate dalla lobby fossile! Qualunque sarà l'esito delle cosiddette riforme costituzionali che intenderebbero ri-centralizzare le decisioni in materia energetica, la pressione dell'opinione pubblica diventerà insostenibile per chiunque vorrà cimentarsi nella difesa delle trivelle. Posizioni critiche, come quelle della Prof.ssa Maria Rita D'Orsogna, già ampiamente fondate sugli impatti ambientali delle trivelle, trovano ora un altro sensibile punto d'attacco. E per quanto sia provinciale il dibattito italiano, è altrettanto inevitabile che arriverà anche qui l'eco della grande campagna contro la lobby fossile che ha ormai più che una somiglianza con il boicottaggio dell'apartheid.
La lobby fossile si conferma un gigante dai piedi d'argilla. Un moloch fragile che può vedere in tempi rapidissimi cambiare le sue fortune, anche per le dinamiche tecnologie dell'elettrificazione dei trasporti.

A volersi divertire un po' si potrebbe collegare questo fallimento prossimo venturo ad altri simili che in Italia hanno tutti un punto, anzi un nome, in comune: Chicco Testa.
Ex-attivista ambientalista, Testa ha da tempo collezionato un cursus honorum rilevante ai fini della suddetta ipotesi interpretativa:

  • Dal 1996 al 2002 è stato Presidente del Consiglio di Amministrazione di Enel. Dal 5 luglio 2012 è presidente di Assoelettrica. Da queste posizioni nell'industria termoelettrica ha completamente fallito nel prevedere la sfida che le nuove rinnovabili distribuite imponevano al modello delle megacentrali. Ad onor del vero non è stato il solo. In tutta Europa le aziende elettriche  negli ultimi cinque anni  hanno perso valore per 500 miliardi di euro! Ma da un ex-ambientalista ci si sarebbe aspettati più lungimiranza.
  •  Dal 27 luglio 2010 è stato il primo e unico presidente dell'ora disciolto Forum Nucleare Italiano, che voleva convincerci della bontà di EPR, AP1000 et similia. Tema complesso il nucleare. Ma qualche dubbio lo si poteva nutrire sul riciclaggio di una reattoristica che non solo non aveva innovato significativamente, ma che neanche garantiva bassi costi per aver insistito su economie di scala sul sito di costruzione. Mentre ormai da tempo tutto ciò che di innovativo arrivava sul mercato impiegava la modularità per accelerare economie di scala nella produzione. Comunque, amen dopo Fukushima. Anche qui, tempismo perfetto del Testa.


E si arriva così al più recente incarico. Da wikipedia: "Dall'ottobre 2012 fa parte del Board and Management (Non-Executive Director) della Mediterranean Oil & Gas Plc, compagnia attiva nell’esplorazione e nella produzione di idrocarburi liquidi e gassosi nell'area del mediterraneo".

Ci si augura analogo #epicfail.


Aggiornamento 16 aprile 2014:
Nesso fracking-terremoti porta a nuove più stringenti regolamentazioni in Ohio!

Aggiornamento 2 maggio 2014:
Di fracking-terremoti ne parla anche Nat Geo. Chissa quali saranno le reazioni dei "minimizzatori" se l'articolo dovesse essere mai pubblicato nell'edizione italiana. Nat Geo non è rivista scientifica, ma può avere una sua risonanza!


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