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sabato 3 maggio 2014

"Follow the Money". O del perché è così osteggiata la transizione energetica (e del perché tutto può ancora cambiare)

Un recente rapporto degli analisti finanziari di Kepler Cheuvreux, autore principale Mark Lewis, quantifica la posta in gioco della transizione energetica.

Il rapporto utilizza tre scenari IEA al 2035:
  1. Scenario CPS, tendenziale a politiche invariate, business as usual.
  2. Scenario NPS, che nonostante preveda azioni correttive rispetto al tendenziale, non porta alla riduzione del rischio climatico, cioé viene superata la  soglia dei 450 ppm di CO2 in atmosfera.
  3. Scenario 450, che, invece, soddisfa il limite dei 450ppm di CO2, ma richiede forzi azioni correttive.


Tra questi tre scenari cambia notevolmente il consumo di combustibili fossili, come da figura seguente.

Il rapporto approfondisce l'analisi delle differenze tra gli scenari NPS e 450 in termini di ricadute sui settori fossili (carbone, gas, e petrolio).
La minore domanda dello scenario 450 porta anche ad una riduzione dei prezzi di queste fonti energetiche. Questo perché le curve dei costi d'estrazione sono crescenti all'aumentare dei volumi richiesti (costi marginali crescenti, si veda figura seguente con stime IEA). 

Nello scenario 450, la diminuzione della domanda porta all'eliminazione delle produzioni a costo maggiore. Queste produzioni sono anche quelle a maggiore contenuto di carbonio (e.g. petrolio da scisti bituminosi), e quindi doppiamente messe in crisi nello scenario 450.
Il rapporto quantifica le perdite di ricavi per i settori fossili nel caso dello scenario 450 rispetto a quello NPS.
Le stime delle perdite cumulate al 2035 sono, in valuta costante 2012:
  1. -19294 miliardi di US$ per il settore petrolio;
  2. - 4046 miliardi di US$ per il settore carbone;
  3. - 4921 miliardi di US$ per il settore gas.
Un totale di -28261 miliardi di $ nelle prossime due decadi. Queste cifre sono utilissime per capire le resistenze che si frappongono alla transizione energetica. Ventottomila miliardi di dollari e rotti spiegano molte cose.
E' vero che si tratta di ricavi, non di profitti, ma i ricavi spiegano anche pressioni politiche lato lavoro.

L'analisi può essere ulteriormente estesa. Il rapporto evidenzia come i settori perdenti dello scenario 450 siano principalmente quelli legati alle risorse a maggiore costo d'estrazione e contenuto di carbonio. Queste componenti della lobby fossile verrebbero messe fuori mercato.
Ma non è da sottovalutare l'effetto di riduzione dei prezzi, quindi delle rendite, per quelle componenti che hanno costi d'estrazione minori (essendo la curva di costo dell'offerta crescente, le componenti   con costi bassi accaparanno rendite rilevanti, oltre ai profitti). Per queste componenti (gli interessi russi, iraniani, etc) l'impatto della riduzione della domanda sarebbe ugualmente devastante.
Il quadro è quindi intricato. La lobby fossile può contemporaneamente far pesare il suo ruolo economico globale, e allo stesso tempo può essere sotto attacco per le rendite che alimentano le dittature. Questo effetto è intrinsico alle caratteristiche delle curve di costo, non è  aggirabile. Tutto ciò aumenta l'interesse per la transizione energetica. "Piegando" gli interessi petroliferi potremmo salvare il clima, e abbattere le petro-dittature. Vale la pena provarci.

Il rapporto cita la forte caduta dei costi delle fonti rinnovabili come un fattore dirompente che può "piegare" la domanda fossile.
Ma aggiungerei che sulla scacchiera petrolifera, quella determinante, il pezzo più forte, che ancora non ha dispiegato il suo potenziale, è l'elettrificazione del trasporto: cura del ferro per le città (treni locali, metro, metro leggera), ecobus veloce (filobus su corsie dedicate), ciclabilità (bici elettrica per espandere l'uso della bici), e anche auto elettriche o ibride ricaricabili (che per i loro costi d'acquisto maggiori/costi d'esercizio minori si prestano a facilitare il car sharing).
Tutte queste soluzioni possono, assieme ai sinergici solare-eolico, cambiare per il meglio il mondo, oltre che pulire l'aria delle città. Questi sono gli ostacoli, queste sono le opportunità. 


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